UN’ESPERIENZA CHE TI FORMA PER LA VITA.

 

L’Istituto Nazionale di Formazione e Addestramento Professionale, I.N.F.A.P., quest’anno ha dato la possibilità a due ragazzi selezionati su tutto il territorio nazionale di partecipare a “Career Booster”, training course del programma Erasmus+.

I selezionati sono: Marzia, 26 anni, pugliese di nascita, ma si definisce “una cittadina europea”, una laurea in Scienze della Comunicazione e la passione per il giornalismo, ed Eduardo, 27 anni, laureato in economia col massimo dei voti, con una grande simpatia e grandi progetti per il futuro. L’obiettivo del progetto, a cui hanno preso parte oltre che Marzia ed Eduardo anche  rappresentanti provenienti da Spagna, Lituania, Bulgaria, Francia e Romania, era quello di analizzare la situazione dei NEET (Not in Education Employment or Training) in Europa, nonché di presentare i risultati dell’analisi ad alcuni membri della stampa romena e di associazioni locali, da tempo impegnate nella risoluzione del problema. Purtroppo la situazione delle aree prese in considerazione è piuttosto drammatica. Il numero dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati nello studio e non hanno ancora un lavoro si aggira intorno al 35-40%.

Come si è evinto dall’analisi degli youthworkers i motivi di questa diffusa inattività dei giovani cittadini europei sono i più svariati. Molti, infatti, si ritrovano in una condizione di svantaggio per via dell’abbandono scolastico, o comunque di insufficienti titoli di studio; altri subiscono il peso di risiedere in zone rurali e periferiche; altri ancora, invece, risentono il peso del pregiudizio sociale legato a motivi quali: gender, condizione sociale, o handicap di qualsiasi tipo.

Ed è qui che entrano in gioco gli youthworkers, come Marzia, che dopo un’attenta analisi del problema sono chiamati ad aiutare i NEETs con soluzioni concrete. Le abbiamo fatto qualche domanda sulla sua esperienza e ci siamo fatti raccontare qualcosa in più dei progetti Erasmus+.

 

-Ciao Marzia, allora raccontaci, era la tua prima esperienza in un progetto Erasmus+?

Si, certo. Inoltre prima di questo training course non sapevo dell’esistenza di questi scambi giovanili, completamente finanziati dall’Europa. Grazie al training ho scoperto che la Commissione Europea finanzia progetti di volontariato europeo (EVS), ci sono possibilità di lavorare nelle istituzioni europee, è possibile partecipare a training, corsi di formazione, corsi per giovani imprenditori e startuppers. Insomma, le possibilità sono davvero molte e per ogni esigenza. L’unico requisito imprescindibile è una forte motivazione, la voglia di mettersi in gioco e di impegnarsi per costruire il proprio futuro.

-E’ un’esperienza che consiglieresti ai tuoi coetanei?

Assolutamente si.

-Per quale motivo?

Perchè è un’esperienza che ti dà la possibilità di aumentare le tue conoscenze, di rendere più fluenti le lingue straniere, perchè apre la tua mente a nuove culture, diversi modi di fare, ti forma professionalmente ma prima di tutto TI FORMA COME PERSONA E COME CITTADINO CONSAPEVOLE.

-Bene. Fin’ora solo aspetti positivi, ma hai avuto anche momenti di difficoltà?

Certo, come normalmente avviene quando ci si ritrova in una situazione completamente nuova. I primi giorni ho avuto qualche problema con la lingua, ho scoperto che il mio inglese era un po’ “arrugginito” rispetto ai tempi dell’università, dopo due settimane però, quando son tornata in Italia, ero talmente abituata ad esprimermi in inglese che ogni tanto avevo un po’ di confusione di testa sulla lingua da usare.

-E per quanto riguarda il tuo futuro invece: parteciperesti nuovamente ad un’esperienza simile, in un contesto internazionale?

Ovviamente si. Certo, in quanto youthworker, il mio compito principale è quello di essere una “risorsa” per il mio Paese. Il training course mi ha aiutata a capire in che modo posso essere utile, a livello locale. Ma se ci fosse la possibilità non esiterei a partire ancora, alla ricerca di una nuova, interessante, avventura.

 

L’Infap ringrazia i due ragazzi per la partecipazione e Marzia per la sua preziosa testimonianza che ci motiva ancora ancor di più a promuovere e partecipare a tali progetti

 

Infap

 Intervista a Marzia Luisi

 

 

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