In un’era ipertecnologica come quella che stiamo vivendo, sembra strano pensare di ritornare a puntare tutto (o quasi) sulla terra e i suoi prodotti. Sembrano ormai lontani i tempi in cui essa rappresentava l’unica concreta fonte di sostentamento, da abbandonare appena possibile per costruirsi un futuro diverso, altrove e meno faticoso. Eppure oggi, sempre più si avverte la necessità di un ritorno, di un cambio di visione che possa considerare la terra ed i suoi frutti una risorsa strategica in molti sensi: da un punto di vista economico, culturale e con la nuova sensibilità ecologica, anche spirituale. D’altra parte, fin dall'antichità “il paesaggio” ha occupato un ruolo di primaria importanza per le comunità della Penisola e prova ne è il ruolo di spicco che esso ha occupato nella storia politica, di cui la nostra Costituzione è testimonianza. Oggi può sembrare strano, ma non esageriamo se diciamo che buona parte dell’Italia si sia fatta nei campi. Infatti, mentre nel resto d’Europa la lotta di classe si consumava prevalentemente nelle fabbriche e nei centri urbani, in Italia essa avveniva ed aveva per oggetto la terra. Per questo i nostri padri costituenti, ben consapevoli, dedicarono nel testo costituzionale una particolare attenzione all’attività agricola e ciò è subito visibile all’articolo 9 (comma 2), il quale considera la tutela del paesaggio come dovere primario della Repubblica, da salvaguardare in quanto interesse generale di utilità sociale e quindi limite legittimo alla libera attività economica (articolo 41 Cost., comma 2). Un posizionamento chiaro, poiché non basta fare attività agricola ma essa non deve arrecare danno ai territori e agli assetti naturali, considerati patrimonio comune. Siamo stati il primo paese al mondo a rendere costituzionale un siffatto dovere. Alla Costituente, però, non bastarono due articoli, la cui lettura combinata già garantiva un indirizzo preciso, ne volle inserire un terzo. A tal proposito l’articolo 44 ribadisce che lo sfruttamento del suolo deve essere razionale e che deve avvenire nel rispetto dei rapporti sociali, demandando alla legge il dovere di imporre “obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata”, alla sua estensione e promuovendo la bonifica delle terre ed il contrasto al latifondo. In ciò è evidente il passato latifondista che ha caratterizzato la storia economica del Regno d’Italia, contro il quale la nuova Repubblica ha dato vita ad importanti e decisive riforme di bonifica e redistribuzione.
Ed è con questa premessa che vogliamo di seguito darvi delucidazioni sui più importanti temi che è necessario trattare ed essere informati nel caso si voglia attuare un progetto agricolo.

COME FARE AGRICOLTURA

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